In novembre 2024 a Matera, in Basilicata
Questa volta, grazie all'invito dell'Ente del Turismo della Basilicata e alla loro piena collaborazione per un reportage approfondito, ho ricevuto la missione di esplorare a fondo le meraviglie della Basilicata, partendo da Matera come base per un viaggio di 3 notti e 4 giorni. Da quando ho iniziato a viaggiare in Italia, è passato circa un quarto di secolo, ma questa è la mia prima visita in Basilicata. L'entusiasmo di scoprire i paesaggi ancora sconosciuti di questa regione ha riempito il mio cuore di aspettative.
Matera vista della notte
photo(c)2024 Fusako Sakurai
La Basilicata è una regione che, nell’antichità, era conosciuta come Lucania. La Lucania antica comprendeva non solo l’attuale Basilicata, ma anche parte delle odierne regioni Campania e Calabria, estendendosi su un’area piuttosto vasta.
Dopo la divisione dell’Impero Romano d’Occidente e d’Oriente, intorno al X secolo, quando la regione passò sotto il dominio dell’Impero Bizantino, si ritiene che il nome “Basilicata” derivi dall’imperatore bizantino, il “Basileus”. Tuttavia, durante questo periodo, la regione continuò ad essere chiamata Lucania come distretto imperiale. Successivamente, in epoca moderna (dal 1932 al 1947, per un breve periodo), tornò a essere denominata Lucania, ma con l’istituzione delle regioni italiane, il nome ufficiale tornò ad essere Basilicata. Perciò, Lucania e Basilicata rappresentano entrambi un’identità condivisa per gli abitanti di questa terra. (Sull’origine del nome Lucania esistono diverse teorie, che intendo approfondire in un altro articolo).
Durante questo viaggio, la mia guida e autista professionista, Michele, un materano autentico, si è rivelato un compagno di avventura prezioso, attento ai dettagli e in grado di fornire spiegazioni in linea con i miei interessi. Grazie a Michele, ho potuto vivere esperienze che non avrei mai immaginato all’inizio del viaggio.
Il compagno di viaggio, il signor Michele. photo(c)2024 Fusako Sakurai
Matera, notte di luna piena
photo(c)2024 Fusako Sakurai
Non posso però dire di essere partito completamente impreparato sulla Basilicata. Infatti, durante la pandemia di Covid-19, nel 2021, durante il corso online di cultura del vino italiano (ACCVI), abbiamo avuto l’opportunità di intervistare in remoto la storica cantina Paternoster, uno dei produttori più antichi della zona del Vulture. In quell’occasione, ho potuto parlare direttamente con i membri della famiglia fondatrice.
Questo rendeva la visita al Monte Vulture, simbolo del vino della regione, un’esperienza straordinariamente emozionante per me, un’opportunità unica per percepirne la grandiosità di persona. Il Monte Vulture, un vulcano inattivo vicino al confine con la Campania, è una formazione geologica unica, nata dallo scontro di numerose placche tettoniche, tra cui la placca appenninica che modella la penisola italiana.
Dal Castello di Melfi si può ammirare il Monte Vulture, avvolto da nubi sulla sua cima. photo(c)2024 Fusako Sakurai
Fin dall’antichità, il Monte Vulture è noto per la coltivazione di pregiati vitigni di Aglianico, che hanno conferito alla regione una rinomata reputazione come terra di vini. Sebbene non ci siano prove definitive, gli abitanti della Lucania nutrono una forte convinzione che la storia dell’Aglianico del Vulture sia molto più antica rispetto a quella della Campania, pur mantenendo un certo riserbo su questa affermazione.
I acini di Aglianico maturi dopo la vendemmia.
photo(c)2024 Fusako Sakurai
Perché? Perché è impossibile parlare della viticoltura lucana senza menzionare gli Enotri, un popolo indigeno che abitava queste terre prima dell’arrivo dei Greci in Italia.
Le teorie tradizionali sostengono che la viticoltura sia stata introdotta dai Greci, ma questa visione risulta incompleta e non rende giustizia all’unicità del vino Aglianico della Basilicata.
Esploriamo dunque il fascino della Basilicata attraverso i suoi paesaggi, la sua cucina e i suoi vini.
[La prossima aggiornamento è previsto per il 21 dicembre.] Grazie di seguirci e “piace” su blog!
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